venerdì 13 luglio 2012

MIA RECENSIONE LETTERARIA: "LA POLVERE BIANCA" ARTHUR MACHEN


Una polvere non proprio ortodossa nella moderna scienza medica, ordinata distrattamente ad un grossista  da parte di un farmacista poco convenzionale, una sostanza che, con più accurate analisi, si rivelerà essere il Vinum Sabbati ossia una polvere che serviva di base per la preparazione del vino offerto ai neofiti durante la cerimonia sacrilega, iconoclasta del Sabba. Una fialetta contenente scaglie capaci di trasformare un uomo spossato dai frequenti studi in legge, in un mostro abominevole di putredine innominabile, scura come pece che bolle al fuoco in un orrore senza più forme nè limiti, privato della soglia di comprensibilità che rende anche il peggior abominio tollerabile alla ragionevolezza umana, onde evitare di calarla nell'abisso della follia più delirante, dove l'espressione umana non ha più vesti e l'orrore diventa un fluido onnipresente che corrode gli spazi così come lo spirito della vita era per Bacone un liquido che scorreva negli interstizi organici del corpo, confluendo e garantendo la vita anche dopo svariati attimi dopo la morte corporale. Questo è Arthur Machen: il realismo che si tramuta in fantascienza, l'ordinarietà che si travolge in orrore indicibile nel passaggio di poche pagine, un ciuffo di attimi. Così com'è l'orrore della nostra stessa vita. Il tutto descritto con la saggezza dell'osservatore intelligente che sa fondere le scienze e correlarle, affrontarle e ribaltarne gli assiomi con la perseveranza e l'azzardo degli uomini grandi, ponendo sempre questioni e non lasciando mai il lettore tranquillo di potersi annoiare con qualcosa di prevedibile.

EMMANUEL MENCHETTI
VOTO: 9.

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